Ancora vivi.
LA COMPAGNIA DEI 5 ANELLI
C’era una volta un re… anzi no, un principe. C’era una volta un principe che parti' per la sua prima campagna senza dire nulla alla propria principessa. Ella era assai lontana, in Danimarca (c’e' del pelo in Danimarca!), e, quando scopri' il piano del fellone, ando' su tutte le furie e si rinchiuse nella torre in attesa di un drago che venisse a salvarla.
C’era una volta uno scudiero di eccezionale cultura, un letterato che fu costretto ad accompagnare il proprio sovrano alla crociata. Venne afflitto da letargia e il suo russare non dava riposo al suo signore. Persino durante il giorno si appisolava di continuo, ma, mentre dormiva, sognava nuovi eroi di cui disegnare le gesta.
C’era una volta un nobile moro di straordinaria bellezza, forse un turco, sicuramente un’infedele. Egli desiderava ardentemente trasformarsi in un rospo, e per questo baciava tutte le principesse e le dame in cui si imbatteva; malgrado ciò non trovò mai la Femina che facesse al caso suo.
C’era una volta un comandante barbaro, un uomo di inaudita violenza. Usava portare delle brache marroni simili ad un costume, una corazza con il volto di un demone ed una gerla ove riporre i propri bottini. Egli era talmente bramoso di trofei per il proprio rifugio che, per saccheggiare le suppellettili del nemico, era disposto a mettere a repentaglio la propria incolumità e quella dei suoi uomini.
C’era una volta un chierico teutonico, un frate germanico dalla tonsura sconfinata e dal ventre smisurato. Era un dannato. Un maleficio non gli permetteva di nutrirsi di carne suina e di dissetarsi come tutti i cristiani, per questo era costretto a sfamarsi con zuppe, sbobbe e panetti di burro e ad abbeverarsi dalle altrui calzature.
C’era una volta un cavaliere austriaco, un templare figlio di Davide, un uomo dal fisico possente: infinita era la sua resistenza. Pareva privo di favella perché non conosceva altre lingue che la sua e raramente proferiva parola. Ma quando apriva la bocca…
C’era una volta un avido collezionista di tele cui vennero donate delle misere lettere di credito in Euro in cambio delle amate e sonanti Lire. Egli era depositario della conoscenza di tutte le scorciatoie d’Europa e girellava alla disperata ricerca del Sacro Pratone e delle icone dei migliori compagni dell’uomoBestia: la Fortuna e l’Alka-Seltzer. Un giorno lo ringrazieremo per questo.
C’erano una volta, e ci sono ancora, uomini che ogni mattina si svegliano, non si curano di leoni, gazzelle (a meno che non siano 3) e tanto meno di correre, si guardano allo specchio e, tra un rantolo e un peto, sorridono, perché sanno che è gia' una fortuna essere ancora vivi.