e sono sette!
Ne resterà soltanto uno?
Qui en sabe…
Siamo partiti in sette.
Sette come i nani di Biancaneve, come i Magnifici Sette, come i peccati capitali… Alla settima Oktober consecutiva siamo arrivati solo in quattro. Quattro come i tre Moschettieri, come i Fantastici quattro, come i quattro dell’oca selvaggia, come le virtù cardinali…
Siamo rimasti in quattro, tre uominiBestia ed un Anonimo… anzi è rimasto un Anonimo, ma gli UominiBestia sono tre volte tanto…
Sembra ieri che affrontavo per la prima volta il curvone del Brennero a bordo del Jolly Jocker… Lo sterzo era finito ma la curva no… “Capitano Ezio ad equipaggio Jolly Joker… prepararsi all’impatto… tre…due… uno… è andata bene anche ‘sta volta!”
Ora a sei anni di distanza, l’impatto c’è stato. Sì, quello derivante dall’essere strappati dal caldo e ristoratore abbraccio del pelone (che è come un piumone… ma di pelo) dalla chiamata del che ci annuncia la disfatta della Volvo del Barde… neanche le auto svedesi sono più quelle di una volta.
Ma per fortuna quest’anno avevamo il tavolo prenotato a nome Herr Bardelli… che signori!
Rapido cambio di contante in buoni della Spatenbräu-Ochsenbraterei al portatore: zero coupon scadenza quattro ore. Un bell’investimento, non c’è che dire: venti Maß e dieci mezzi polli allo spiedo (da non confondere con cinque polli allo spiedo). Abbiamo esercitato la call e nessun buono è giunto a scadenza… e poi via sull’autopista (“è l’autopista che mi chiama”), rapido giro di dolci extrazuccheratissimi, raffica di martellate sul gong del luna park, giro sul tronco in stile Gardaland e poi mela glassata e via verso nuove avventure…
E quale miglior luogo da esplorare di un locale di perdizione dal sapore hollywoodiano? E allora è d’obbligo il rientro all’Hotel Italia (in pieno quartiere a luci rosse), cambio d’abito da consumati trasformisti e taxi da gran signori. Destinazione Titty Twister.
Durante il tragitto, coperto in pochi minuti grazie ad un taxi driver degno di Hockenheim, si parla poco, si pensa molto e si messaggia moltissimo. Si pregusta la possibilità di fare barakka dal tramonto all’alba, di bere, dal piede di una suadente spogliarellista, morbido whisky sgorgato direttamente dall’inguine della medesima, il tutto senza dimenticare la scorta di paletti di frassino da piantare nel cuore dei vampiri che potrebbero infestare il locale…
Ed eccolo finalmente. E’ lui.
Ma perché quel minchione bombato del buttafuori ride quando facciamo intendere che vorremo entrare? Varchiamo la soglia con l’acquolina in bocca… I tre dell’Ave Maria… Minchia! Cinquanta metri quadrati di locale con due bar ed un paio di lampadine ad incandescenza! Noi esclusi, dieci persone: due baristi, un gruppetto di punk e, direttamente da IT, il sosia non ufficiale di Penny Wise. Allora, da consumati mastini della guerra, ci si stringe schiena contro schiena e si mette mano ai paletti di frassino, questa volta pronti a piantarli nel culo di qualunque cecchipaone-uregiademercant-uregiaimpanada che avesse osato avvicinarsi…
Dietro-frunt!
Per fortuna a pochi metri c’è il Rafael. Con i suoi centocinquanta metri quadri di locale congestionati di peluccheria locale: studentesse, commesse, bariste, estetiste, parrucchiere, ma soprattutto, shampiste!
Sììììì… shampiste bionde, shampiste more, shampiste rosse di capelli (golosissime di uccelli), shampiste calve… Insomma, shampiste per tutti i gusti. Ditemi che tipo di shampista vi piace ed al Rafael ce l’hanno… e se non ce l’hanno ve la procurano. Ma le danze sfrenate mettono fame anche di roba da mangiare, e per finire dignitosamente la serata ci vuole un hamburger dello Space-burger. Niente male.
E la mattina dopo, il pelone è sempre più caldo, sempre più pesante, sempre più mefistofelico e puzzolente. Un terzo degli uominiBestia è pronto per la solita visita alle pinacoteca ma due terzi si stanno facendo belli per il girone infernale che attendono da un anno: lo Schottenhamel! E dovranno attendere un altro anno perché lo Schottenhamel è come le belle donne che vi sono assiepate: si fanno attendere.
E allora, come la volpe a cui non piaceva l’uva perché acerba, si torna alla Spatenbräu-Ochsenbraterei… Chiuso! Però ogni tanto fanno entrare qualcuno…
Aspettiamo, che tanto peggio di non entrare non può capitare. E invece può. Un buttafuori bombato alla morte (speriamo che lo raggiunga presto) si avvicina a noi e, dopo averci curato un po’ ed ascoltato conversare, con aria gentile e compassata ci chiede: “...where are you from?”
Ma razza di minchione da dove vuoi che vengano due che parlano italiano?!? E noi italiani anomali, confidando nella sua aria da boy scout lanzichenecco, siamo stati onesti: “…from Italy”
L’onestà non paga. Per colpa dei soliti italiani minchioni (il 90%), i cani e gli italiani non possono più entrare nei padiglioni dell’Oktober…
Ma vaffanculo, noi il Papa l’abbiamo fatto insediare anche se il 99% dei tedeschi sono dei minchioni… o no?
E allora sapete cosa vi dico?
Quando a Monaco di Baviera vi chiedono “where are you from?” non potete certo rispondere “from South Corea”, ma se siete furbi ed ascoltate un cretino, fate la faccia pia (che poi è una faccia da pirla... ma senza consonanti) e con aria innocente rispondete “…we are from Vatican City”
Il viaggio di ritorno poi è stato degno di un quadro di Magritte: un mix di nausea da mal d’auto (certo che se invece di guardare la strada si inviano decine e decine di sms…) e spunti imprenditoriali geniali (Intimissimi stiamo arrivando!!!).
Esperienze così non possono non farti dare i numeri, e allora vai di superenalotto! …che se tutto va bene, un giorno ci toglieremo lo sfizio di ingurgitare chilogrammi di casuela (che è come la casöla… ma brasiliana) accompagnata da due bottiglie di chinotto ghiacciato (che è quasi come la spuma nera… ma più commerciale), uscire in pieno inverno a torso nudo e poi entrare di corsa in ufficio e “defecare” sulla scrivania.
Amen.
uB Ezio